E-Learning [rubrica] [2]

E-learning [rubrica personale su “La vita scolastica”], Firenze, Giunti.

Altre lettere

Si diceva dunque di quanto quella “e” che sovrasta la parola e-learning sia equivoca e sospetta. Ma non è ancora nulla. Altre lettere sono sempre più spesso associate al concetto di apprendimento (learning). Si parla ad esempio di m-learning e di t-learning. Ancora? E che cosa significano questa volta? Letteralmente la “m” sta per “mobile”, la “t” per “tele” o “television”. Si tratta a loro modo di definizioni ineccepibili (o quasi) sul piano strettamente tecnico. Il ragionamento è semplice: si stanno ormai diffondendo particolari tecnologie interattive che in linea di massima permettono di erogare contenuti formativi a distanza o gestire scambi di messaggi tra studenti e tutor: la TV digitale terrestre, i lettori di eBooks (no, un’altra definizione con la “e”!), i “mobile devices”, ovvero i computer palmari o i portatili ultraleggeri collegati alla rete senza fili che si usano come le antiche tavolette degli scribi, i telefonini che fanno tutto, anche il caffè, tranne che restituirci il piacere di parlare. Perché non sperimentare nuove strategie? Se Walter Benjamin fosse ancora vivo, parlerebbe probabilmente dell’apprendimento nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. E forse ci terrebbe a sottolineare quanto sia inquietante quest’idea di una formazione che ormai ti insegue ovunque grazie a tecnologie invisibili eppure a loro modo intrusive: possibile che non si possa più andare in vacanza o in bagno senza provare il desiderio di seguire un corso online sul nostro palmare? Ovviamente non è così: diciamo che abbiamo sempre meno tempo e sempre più bisogno di imparare e questo porta molti a ritenere che si debbano utilizzare strumenti che agevolano (teoricamente) l’accesso alla formazione liberandoci da residui vincoli di spazio e di tempo. Ma tutto questo non è sufficiente: non basta che la conoscenza sia tecnicamente accessibile, apprendere è e resterà sempre un’esperienza complessa, in cui entrano in gioco elementi, sfumature, che le tecnologie di per sé non sono in grado di riprodurre o sostituire. Ebbene sì, lo confesso, ho voglia di tradurre la solita “e” di eLearning con “efficace”. Qualcuno ha qualche idea?

Riferimenti:

mLearning: mobile, wireless, in-your-pocket learning, di Clark Quinn
http://www.linezine.com/2.1/features/cqmmwiyp.htm

Towards a Philosophy of M-Learning, di Kristóf Nyíri
http://21st.century.phil-inst.hu/eng/m-learning/nyiri_m-learn_philos.htm

Development of Satellite and Terrestrial Digital Broadcasting Systems and Services and Implications for Education and Training http://www.pjb.co.uk/dbt/contents.htm

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