E-Learning [rubrica] [1]

E-learning [rubrica personale su “La vita scolastica”], Firenze, Giunti.

Una “e” di troppo?

Mi capita spesso di tenere conferenze introduttive a corsi sull’e-Learning. I partecipanti sono una fotografia dell’Italia di oggi: giovani e giovanissimi studenti affascinati dalle tecnologie, insegnanti cinquantenni che non hanno mai smesso di credere che la scuola possa cambiare, professionisti e formatori che stanno esplorando nuovi scenari, disoccupati o post-adolescenti indecisi convinti che l’e-Learning offra loro quelle opportunità che hanno già cercato invano altrove. Negli sguardi c’è attesa, a volte mi guardano come se potessi rivelare la ricetta di una specie di pozione magica. Non posso deluderli, ma nemmeno illuderli. Così comincio con un piccolo gioco: chiedo a tutti che cosa significa la “e” della parola e-Learning. Non siate ovvi, lasciate perdere le assonanze con e-mail o e-commerce, cercate un altro significato! Il gioco funziona. Dopo qualche minuto di incertezza tutti cominciano a lavorare con la fantasia o a ragionare: la “e” significa economico, eccellente, educativo, oppure esperimento, entusiasmo, espansione, perfino esagerare o emozionarsi. Non male, ma si può fare di più. La “e”, ad esempio, potrebbe stare per “esperienza”, come a suo tempo ha detto Elliott Masie e come ormai ripetono in molti. Ed è proprio su questo che vale la pena riflettere. Dire che l’e-Learning è soprattutto “esperienza” significa attribuire un valore essenziale non tanto ai contenuti dei corsi ma alle attività, al fatto che online si insegna e si apprende attraverso l’interazione, discutendo con gli altri, simulando situazioni, affrontando compiti, risolvendo problemi. Quanti corsi online possono realmente definirsi e-Learning? Sono davvero “esperienze”, ovvero ambienti dinamici di apprendimento? O sono solo spazi statici per contenuti che avrebbero potuto essere distribuiti in altre forme senza che nessuno si accorgesse della differenza? Questo è il problema. Tutti d’accordo? Pare di sì, ma è proprio a questo punto che mi piace citare Jay Cross, quando dice che la “e” di e-Learning significa “elefante”. Elefante? E che cosa vuol dire? Gli sguardi sono perplessi. Cross racconta una specie di parabola: se incontrassimo un elefante al buio cosa penseremmo che fosse? Dipende da che lato si osserva, ma alla fine dovremmo ammettere che non si può dire cos’è, salvo il fatto che è qualcosa di molto, ma molto grosso. Ecco, anche questo è l’e-Learning, un problema complesso. Ce ne vorrà di tempo, e di luce, per capirne le reali dimensioni. Ma almeno possiamo cominciare a parlarne seriamente!

Riferimenti:

Elliott Masie, The “e” in eLearning Stands for Experience, in “Tech Learn Trends”
http://www.masie.com/masie/default.cfm?trends=156&page=trendsdisplay

Brian Miller, “e” stands for experience: blurring work and learning, in “Line Zine”
http://linezine.com/2.1/features/bmesfe.htm

Jay Cross, E is for “elephant”, in “Internet Time” http://www.internettime.com/itimegroup/elephant.htm

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