Mostre, Cataloghi, Pensieri

2013

 

2012

Attraverso [2012]
Libreria Feltrinelli, Arezzo
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Catalogo della mostra
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2011

2010

2009

2008

2007

Amonet (stanze di immagini) [2007]
Libreria Universitaria “Leggere”, Arezzo
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Catalogo della mostra
[download][PDF, IT]

2006

Il teatro della memoria (viadellamore) [2006]
Gilda Bistrot, Piazza Lorenzo Ghiberti, Firenze
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Il teatro della memoria era un espediente mnemotecnico: i saggi del Rinascimento, per recuperare meglio i ricordi e le conoscenze, disegnavano edifici in cui collocavano idealmente icone, immagini e metafore. Questo teatro è la memoria dei viaggi che ho attraversato nel 2005, reali e allo stesso tempo mentali. Ho cominciato a rielaborarne le immagini sovrapponendole le une sulle altre, strato su strato, fino a costruire dei “rotoli”, ciascuno dei quali evoca un luogo, frammenti, persone, emozioni. Di ogni viaggio ho stampato un positivo e un negativo, perché nell’uno possano emergere i dettagli che nell’altro annegano sullo sfondo. Poi, ho aggiunto una lunga striscia di frammenti di scritte lasciate da teneri amanti o innamorati delusi, raccolte alle Cinque Terre, lungo la Via dell’Amore, vicino a Riomaggiore. I pannelli possono essere considerati come un unico grande affresco, dove la memoria di ciò che è stato può specchiarsi nell’immagine di ciò che è: perché la memoria può anche perdere di nitidezza, ma ciò che di più profondo evoca e ciò che lascia riaffiorare resterà sempre in noi, come impronte di angeli, come parole ispirate all’eternità. I pannelli potrebbero essere disposti lungo una sequenza verticale o orizzontale, o montati come un polittico. Ma questa volta preferisco che ogni immagine racconti la sua storia, come se fosse la pagina di un libro che chiunque può sfogliare e ricomporre come crede, sprofondando nei dettagli o lasciandosi annegare nell’insieme.

2005

Liberi come le foglie [2005]
L’ocanda, Arezzo

Partita a scacchi con angeli e demoni [2005]
L’ocanda, Arezzo

Terracotta Terracruda [2005]
L’ocanda, Arezzo

Dimmi: è il cielo al posto del mare
o è il mare al posto del cielo?
Vedi: non so, ma nemmeno ne soffro.
E la terra cruda, di fuoco e di ghiaccio,
che come ali spiegate di falco
è in mezzo, e si scolora?
Aspetta: arrossisce forse d’orgoglio
mentre scioglie la neve,
oscurando il profumo delle zagare?
Rimangono solo poche impronte
effimere, sulla sabbia umida.
E evapora la nostra memoria
e inarrestabile si estende
verso la metamorfosi delle nuvole
alle radici degli alberi.

2004

Gli Elementi della Primavera [2004]
L’ocanda, Arezzo
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Elaborazioni digitali e racconti fotografici [2004]
Spazio ACSIT Teatro delle Donne, Piazza Santa Croce, Firenze

[dalla presentazione della mostra]
Viaggiatori e ricercatori
di Michela Bini

In principio era la madre, l’elemento femminile e primigenio. Tutti gli elementi si trovano, vivono, si consumano e rinascono sopra la terra e sotto il cielo. La terra è vita, le bambine indio camminano a piedi nudi per prendere dalla terra la fertilità, è rinascita costante, è elaborazione e mutamento. Gli alberi con i loro rami protesi in alto, come radici piantate nel cielo sono il trait-d’union ideale, il tramite fra gli elementi, la cornice vivente che racchiude acqua, terra, fuoco, aria. Così la foglia ci parla di stagioni e ancora alberi e linfa che è scorsa e ora è in attesa del divenire. La crepa generata dall’arsura è in attesa di un seme, ricettiva ma minacciosa, come minaccioso e attraente è sempre l’ignoto divenire, imprevedibile e affascinante. Nella crepa, nel cretto, entra il sole, entra l’acqua, entra il seme e tutta l’esistenza, in attesa di un’esplosiva primavera che deve ancora venire, che non si può rappresentare, perché l’estate ci ha asciugato, l’autunno ci ha spogliato, l’inverno ci ha fatto piangere e addormentare, e poi siamo sospesi, in un limbo urbano, fatto di persone, di volti casuali, di volti amati casualmente assemblati – come si può racchiudere l’immensa ricchezza e mutevolezza di una persona in un’immagine? Colori, tonalità, sovrapposizioni, sfalsamenti -, di ricordi e di attese, di ombre e di speranza. E l’assenza di chi ha aiutato a percorrere un tratto della strada pesa, e l’omaggio è la sola cosa possibile.

Ci sono viaggiatori che compiono ricerche e ricercatori che compiono viaggi. Un grande viaggiatore percorreva anni fa la sua via dei canti, era, non a caso, un ossessivo collezionista di cose belle, preziose e ricche, la sua vita girovaga era casuale, la sua vita sedentaria era meravigliosa. Ma se fra vita sedentaria e vita in viaggio non esistesse cesura, colui che cerca sarebbe sempre in viaggio fra la terra, l’acqua e l’aria, anche attraverso il fuoco per arrivare ad affondare le sue radici in quel cretto e spingersi verso l’esterno, verso l’altro da sé crescendo crescendo fino a constatare con stupefatto compiacimento di avere piantato le radici anche in cielo, per sentirsi percorso dalla forza primordiale della terra, fino al cielo, capace di irradiare tutt’intorno i suoi ramiradici.

 

 

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