Che ci si creda o no, sulla Home Page del sito ufficiale di Equitalia (l’agenzia di riscossione del fisco e altro, da non confondere con equitalia.it, che è un produttore di equipaggiamenti per cavalli!) c’è scritto, alla lettera, “per un paese più giusto”. Si sa, se c’è una dote che non manca agli italiani è l’ironia. Ma ce ne vuole proprio tanta per accettare quel motto: non è neppure una garbata presa in giro; è una spudorata menzogna, che contribuisce a rendere i cittadini più nervosi di quanto non lo siano già ogni volta che entrano in quegli uffici anonimi e tristi dove l’unica cosa simpatica che può capitarti è fare una coda che dura meno di un’ora. Ma torniamo alla giustizia. Circa 2 mesi fa ricevo una notifica/ingiunzione di pagamento di una sanzione fiscale per omissione del ravvedimento operoso su due F24 IVA del 2009. La sanzione è di quasi mille euro, e ovviamente procedo a delle verifiche. Vado a cercare i due F24 a cui si fa riferimento e i ravvedimenti operosi risultano pagati regolarmente. Così vado all’agenzia delle entrate a protestare. Mi dicono che ho ragione e che devo inviare un’istanza, che compilo e invio subito. Dopo neanche due giorni, mostrando una sollecitudine altrimenti impensabile, un funzionario dell’agenzia mi chiama e mi chiede di passare dal suo ufficio. Corro immediatamente, non si sa mai. Il funzionario mi spiega che in effetti avevo pagato i ravvedimenti e che l’errore sarebbe stato corretto. Solo che si può procedere allo storno integrale soltanto di uno dei due ravvedimenti. Nell’altro, infatti, c’era in ogni caso una differenza nei calcoli di 3 euro e 5 centesimi (3,05 in numeri). In pratica, avevo pagato poco più di 3 euro in meno di quanto dovuto. Vabbè, penso, che sarà mai… mi era anche venuta voglia di dire al funzionario “vediamo se ho spiccioli”, ma ho rinunciato, di solito è gente priva del senso dell’umorismo. Che passa anche a me, quando mi comunicano attraverso un foglietto uscito da una stampante ad aghi (che tenerezza…) che per “sanare” quell’errore devo pagare 322,21 euro (in lettere: trecentoventidue e ventuno)! Ma come? Anche un deficiente sa che gli interessi passivi più esosi praticati dalle peggiori banche non superano il 15-20 per cento! Che su 3,05 euro farebbe una manciata di centesimi. Ma siamo all’agenzia delle entrate, un nome che dice tutto: la sanzione è pari a 1/3 della somma dovuta, dove per dovuta non si intende la differenza, ma il totale dell’IVA dovuta a quella scadenza al netto dello storno! In pratica, se un’azienda che fattura 100 milioni al mese, ovvero 21 milioni di IVA, calcolasse male un ravvedimento, che so, commettesse un errore di 5 o 6 euro, dovrebbe pagare 7 milioni!? Mi rifiuto di crederci, così comincio a fare altre verifiche chiedendo anche al commercialista di discutere con l’agenzia. Niente da fare, l’altro ieri mi arriva la conferma che la sanzione definitva è 322,21 e scade il 6 novembre. Così poco fa sono andato a Equitalia a compiere il mio dovere di cittadino integerrimo. Per scoprire (la famosa beffa oltre il danno) che oltre ai 322 e rotti devo pagare anche, nell’ordine, euro 4,00 di una non meglio specificata mora (che non era neanche la cassiera, anzi, era un cassiere con pochi capelli e piuttosto brutto), euro 29,38 di compensi (che sono il “disturbo” di equitalia, che evidentemente non lavora per il ministero ma per accumulare compensi, su cui spero almeno che paghino l’IVA) e euro 5,88 di “varie” (le eventuali non le hanno calcolate per questa volta). Totale: 361,72. Non proprio la stessa cifra che si accumulerebbe lasciando 3 euro in banca per due anni. Ho pagato e ho chiuso la pratica, con la sensazione di essere non un cittadino con dei diritti, ma un imbecille alla mercé dei più furbi. A parte i 361 euro, peraltro, questa vicenda mi è costata diverse ore di tempo: in quelle stesse ore che ho dovuto dedicare a tutto questo un parlamentare guadagna probabilmente qualche migliaio di euro (di proventi leciti, il resto è a discrezione del singolo…), e Equitalia fattura centinaia di migliaia di euro di compensi e varie. Dovrei indignarmi, ma non ci riesco: perché sono già indignato, e da parecchio tempo. E non è servito a nulla. Forse dovremmo passare ad altro. Non alla violenza, che detesto per principio. Ma ad esempio a una sorta di sciopero bianco: organizziamoci per mettere una cura maniacale nei calcoli fiscali, per non prendere multe, per non lasciar scadere le bollette. Non diamo a Equitalia motivi per perseguitarci, e riduciamo così i suoi introiti. Diventiamo tutti onesti e integerrimi, precisi, accurati, impeccabili: il paese dei giusti siamo noi…