A partire dalla sera del 26 febbraio 2005 la L’ocanda di Ivan e Mara, vineria al Duomo di Arezzo, sarà lo scenario di un evento a metà strada tra una mostra fotografica, un gioco, un invito a lasciarsi andare alle cose della vita e al flusso della memoria.
Saranno esposte 64 foglie scelte tra tutte quelle che ho fotografato negli ultimi due anni in tutta Italia, uguali eppure diverse, ciascuna incapsulata in una cornice chiara o scura, disseminate sui tavoli, sugli scaffali o per terra, per essere ricomposte, se qualcuno vorrà, in una grande scacchiera. Vorrei che sembrasse che si sono come staccate da un grande pannello composito, che rappresenta gli alberi secchi dell’inverno, come radici nel cielo, i selciati su cui rimbombano i passi di chi è solo, e poi trasparenze, superfici, profondità, sguardi, ombre. Mi piacerebbe che si capisse che le foglie sono libere, come le parole che si separano dalla nostra coscienza, dalla nostra interiorità, e imparano a vivere senza di noi, così come a dissolversi lentamente.
Nello spazio dell’enoteca sarà poi montata anche una grande scacchiera di cretti di fiume in bianco e nero, bordata di pietre leggere, di cuori in fiamme, di acque che restano dopo il diluvio e di terra fresca, dove il cavaliere e la morte giocheranno la loro partita con gli angeli e i demoni. Sarà un vero e proprio gioco, con le sue regole, i suoi vincitori e i suoi vinti. Anche se solo una parte delle regole sarà scritta, le altre saranno gli stessi giocatori a determinarle, calandosi nei ruoli, mentre Ivan e Mara li inviteranno a stemperare la tensione o la paura con le loro squisite delicatezze e con quei vini eccellenti che solo loro sanno trovare.
Sì, vorrei che fosse un modo per incontrarsi e raccontarsi della vita, e dirsi di come la malinconia può generare bellezza, o la bellezza può portare alla malinconia. Ma alla fine sarà solo un giorno come un altro, e berremo tutti insieme, per non dimenticare tutto ciò che nel tempo che ci è stato concesso ha lasciato in noi la traccia – liquida come una foglia bagnata dalla pioggia o cristallizzata come le venature di un ramo e ciò che resta sulla terra dopo che il fiume si è seccato – di una vera emozione.
Partita a scacchi con angeli e demoni: le regole