- Per cambiare il mondo bisognerebbe avere l’umiltà necessaria per riconoscere i nostri errori e l’onestà intellettuale indispensabile per apprezzare con sincerità ciò che di buono fanno gli altri, anche quando partiamo dal presupposto che sbagliano.
- Per cambiare il mondo bisognerebbe combattere ogni giorno con quel tanto di egoismo, di meschinità e di arroganza che si nasconde in ciascuno di noi, anche se non vogliamo ammetterlo. Proprio perché non vogliamo ammetterlo.
- Per cambiare il mondo basterebbe essere coerenti con i nostri principi etici ma, se necessario, essere disposti a cambiare opinione sui nostri presupposti morali.
- Per cambiare il mondo bisogna andare oltre il pessimismo della ragione, per ritrovare non tanto l’ottimismo, quanto la passione che alimenta la volontà.
- Per cambiare il mondo bisognerebbe resistere alla tentazione di essere omologati o conformi. Per essere semplicemente ciò che siamo, e avere il coraggio di affermarlo. Accettando, accentuando, valorizzando le differenze, che sono ciò che ci caratterizza come individui, ciò che ci rende persone.
- Per cambiare il mondo dovremmo ricordarci che la gioia e la malinconia non sono opposti, ma colori che possiamo scoprire negli occhi di un bambino che ci guarda o in quelli di un vecchio che ci ascolta. Due cose belle ci insegnano, l’innocenza e la consapevolezza.
- Per cambiare il mondo non dovremmo cercare le risposte dentro di noi, ma le domande. E andare in cerca delle risposte nella meravigliosa varietà dei paesaggi che attraverseremo ogni volta che troveremo il coraggio di metterci in cammino in quel territorio inesplorato che è la conoscenza.
- Per cambiare il mondo bisognerebbe convincersi che la conoscenza è prima di tutto un bene da condividere con tutti per tessere una rete di pensieri che cercano di comprendersi, e non uno strumento per acquisire o conservare potere. Di quale potere si tratta, poi? Che potere ha realmente chi non condivide il suo sapere con gli altri?
- Per cambiare il mondo vorrei avere un unico potere, quello di rendere vano l’esercizio di ogni potere da parte di chi non è degno di disporne. Lo so che è impossibile, ma almeno a Natale è lecito sognare.
- Per cambiare il mondo bisognerebbe dare sempre a cesare quello che è di cesare, e a dio quello che è di dio. E se a dirlo è un non credente ci si può credere. Ma tutto sommato basterebbe rileggere la Costituzione almeno una volta all’anno, lasciando che si sciolga nella nostra coscienza e ispiri i nostri comportamenti.
- Per cambiare il mondo non dovremmo aver paura della complessità ma della superficialità che spesso si nasconde dietro ciò che sembra o che ci viene presentato come se fosse facile. A proposito, avete notato che nelle pubblicità, nei talk-show e nelle interviste ai ministri, ai capigruppo e ai portavoce non si parla mai di complessità ma tutto sembra facile e immediato?
- Per cambiare il mondo bisognerebbe resistere alla tentazione della quantità e preoccuparsi piuttosto della qualità. Il che significa anche scrivere di meno ma prestare più attenzione a ciò che si scrive, distillare le parole per ciò che sono: pericolose, potenti, preziose.
- Per cambiare il mondo dovremmo riprenderci il significato di tante parole che sono state rubate da generazioni di ladri di sogni per essere usate contro di noi: libertà, amore, tolleranza, cambiamento, educazione, responsabilità, speranza, creatività, conoscenza, leggerezza, qualità, entusiasmo. E molte altre ancora: basta cercarle nei libri che amiamo, nella voce di chi si ama o in ciò che è rimasto della bellezza delle cose.
- Per cambiare il mondo bisognerebbe custodire e tramandare caparbiamente tutto ciò che ha un sapore, un odore, una consistenza che ci ricorda chi siamo e come eravamo. È meglio regalare qualcosa di vero, è meglio regalare un’emozione sincera piuttosto che un oggetto costoso, inutile, finto come tutto ciò che vuole solo apparire ma non è e non riuscirà mai a essere.
- Per cambiare il mondo bisognerebbe ricordarsi che tutti i giorni è Natale, ma che ogni giorno è un giorno diverso. Unico. Come noi.
Leggo questo tuo per la vigilia dell’anno nuovo anzichè quella di Natale, ma mi sembra forse ancora più valido e interessante. Mi è tra l’altro molto utile per combattere un certo malumore che inesorabile si impossessa di me nelle occasioni del mio compleanno e, per l’appunto, delle feste natalizie. Grazie, davvero, per queste riflessioni. Apprezzo veramente tantissimo questa tua costante attenzione alla necessità del cambiamento.