L’Aquila io me la ricordo così: ombre nella luce accecante di una domenica di luglio, il cielo che assomiglia a un’emozione illusoria e frammenti di racconti, pietre, ricami. Come tutte le città invisibili, poteva essere guardata soltanto attraverso il tempo, sovrapponendone gli scorci l’uno dopo l’altro, per anni e anni, fino a quando i dettagli sono diventati evanescenti come il cielo sereno. Ed è così che è stato e sarà.
a guardarla così fa venire ancora + nostalgia della città che non c’è +.
quando sentivo delle distruzioni del bello mi veniva da piangere: vile che ero ad avere lacrime per una cupola del 500 crollata…
…. la sensibilità d’animo è qualcosa che va oltre…. In molti abbiamo letto Italo Calvino, pochissimi ne hanno raccolto l’essenza… soltanto Uno l’ha spiegata….Grazie
L’Aquila, una notte di dicembre di qualche anno fa.
Una magica scansione di storia in una memoria senza tempo
Con alcuni colleghi abbiamo avuto il centro storico a nostra disposizione, col silenzio della magia e della cultura. Uno spaccato di un tempo lontano che ora non esiste più, come la fontana delle 99 cannelle: un documento destinato a rimanere impresso nella memoria.
Una serata nata per caso e che fortunatamente ha consentito di catturare impressioni e ricordi rimasti intatti col sapore di allora.
…che bello