Un altro Natale. Un altro anno. E ci si chiede ancora che cosa è stato e che cosa sarà. Lo spazio e il tempo ci appaiono come petali di rosa che somigliano alle ali degli angeli sullo sfondo del cielo. Anche se la bellezza che resta, ormai, è fatta di attimi e di scorci, di visioni improvvise ed effimere in mezzo a quei deserti senza fascino che sono le nostre città omologate dalle vetrine in franchising, dove tutti corrono ma non sanno dove andare, dove tutto sembra illuminato mentre è reso opaco da un futuro incerto, a cui non riusciamo più neppure a ribellarci aggrappandoci a ciò che rimane della nostra immaginazione. No, non accenderò un’altra lampadina intermittente persa nel flusso dei messaggi in rete. Gli auguri di quest’anno vorrei cercarli là dove sono stati dimenticati. E li vorrei associare a immagini perdute, regalando a chi non riesce più a trovarla, nella gabbia dorata che noi stessi abbiamo costruito arrendendoci al marketing e alle consuetudini, una ragione per sorridere ancora, o commuoversi. Auguri, dunque, prima di tutto a chi è onesto con sè stesso e con gli altri. A chi si sofferma a ripensare a quando, con gli occhi incantati di bambino, andava a raccogliere il muschio nei boschi con suo padre, per metterlo sotto l’albero e distenderlo con cura sul paesaggio di un ingenuo presepio; o a quando prendeva da una scatola fragili decorazioni di vetro soffiato che si rompevano prima che riuscisse a passarle a sua madre. A chi non si vergognerà di piangere guardando occhi affamati di pane, di parole, di bellezza o di gioia. A chi non si lascerà travolgere dal conformismo, e a chi regalerà ai bambini non un giocattolo prezioso, ma qualcosa che possano davvero ricordare: un libro, un racconto, un sogno, la voglia di giocare con gli altri e non contro di loro. Auguri a chi vedrà la musica e ascolterà la pittura, a chi ritroverà gli amici perché ha voglia di farlo e non perché è Natale, a chi proverà a cucinare con amore, a chi berrà del vino rileggendo i poeti greci e a chi riuscirà a riscoprire ogni profumo, ogni sapore, ogni sguardo. Auguri a chi salirà su una montagna, o andrà sulla riva del mare, per guardare lontano e sentirsi parte di tutto ciò che è, sapendo che non è perfetto ma è tutto ciò che abbiamo. Auguri a chi è capace di crescere senza dimenticare ciò che è stato, a chi accetta gli altri per quello che sono, a chi sa ancora dare un valore alla parola libertà, a questa parola così bella, insultata ogni giorno per opportunismo e calpestata ovunque per interesse, e a tutte le parole che l’accompagnano. Auguri a chi riuscirà ad andare al di là del bene e del male in cerca di una verità, purché lo sia e possa appartenerci. E a chi preferisce il significato di un pacchetto vuoto rispetto al costo di un dono senza l’ombra di un’anima. Quanto a me, cercherà di meritare gli stessi auguri che faccio a tutti gli altri. Non perché senta il bisogno di meritare qualcosa, il mio, si sa, è un Natale laico, di quelli che, parafrasando un grande poeta, si scontano giorno per giorno. Ma perché forse è così che potrà sopravvivere alla frenesia di queste giornate: cercando nei pensieri racchiusi e nelle emozioni soffocate quei doni che mi piacerebbe ricevere, e che poche parole non possono certo esprimere, ma almeno accennare, come tocchi di colore su una tela bianca, fotografie sovrapposte o flussi della memoria. Un altro Natale ci attraverserà. Che almeno non sia invano.
Osservo:
Ineluttabile.
Assaporo la profondità affamata della vertigine.
Mi perdo.
Leggo:
Ridondanti note soffuse echeggiano malinconiche.
Polverosi zampilli di luce illuminano dimenticati ricordi.
Parole sommesse mai nate ricoprono la voce.
Grazie.
Buon anno.
Giada
Grazie, Grazie ancora,
perchè ogni volta posso soffermarmi a pensare attaverso queste parole piene di calore.
un augurio anche a te , per non dimenticare mai ciò che è stato, ciò che è, e ciò che sarà.
Rachele
Grazie, per gli auguri che da anni mi invii e che mi donano moltissima energia.
Grazie per tutto quello che in questi anni sei riuscito a trasmettermi con parole ed immagini.
Grazie per le emozioni che negli anni vorrai ancora trasmettermi.
Che il 2009 ti porti tutto ciò che desideri oltre ad una infinita serenità, Antonella
al caro Maestro,
per il suo delicato pensiero di auguri
un grazie ed un affettuoso ricambiare…
ma perché questa vena di fitta malinconia,
sù leggiamo i greci
Acuta tra le foglie degli alberi
la dolce cicala di sotto le ali
fitto vibra il suo canto, quando
il sole a picco sgretola la terra
cacciamo l’inverno
ripensiamo ad una nuova agorà
sotto il sole…
Fortunato
Affamata di parole, di racconti, di sogni, di novità… ti ringrazio per i tuoi pensieri che condivido e se non ti dispiace, li utilizzerò per mandare auguri riflessivi ai miei Amici.
Ti auguro un 2009 pieno di ricerche e di scoperte!
Giovanna