Questa ricetta può sembrare del tutto inventata, ma allo stesso tempo non lo è: un po’ come accade in rete, a volte si dialoga come se ci conoscessimo da sempre, e allo stesso tempo non sappiamo chi siamo. Eppure è tutto vero, a suo modo. Così dedico volentieri queste righe a un’amica virtuale: mi ha suggerito alcuni ingredienti, ne ho ascoltato l’eco del sapore e del profumo, ho lasciato che riaffiorassero nella memoria, e mi sono venute in mente nuove combinazioni, incastri di casualità e arte della cucina, variazioni su temi noti mescolate a quel desiderio di creatività senza cui nessuna ricetta vale davvero la pena di essere realizzata. Dunque, immaginiamo che si possa vedere davvero il mondo in un granello di sabbia: che cosa può farci venire in mente quella visione? Nella mia memoria e nella mia immaginazione ha preso forma una sfera, non perfetta, certo (è impossibile ottenere una sfera perfetta in cucina!), ma abbastanza definita, come la miniatura di un piccolo pianeta. Immagino che sia fatta di pasta di pane appena lievitata, simile a quella che sanno fare i cuochi egiziani o mediorientali (straordinaria, leggerissima…). E dentro? Cosa potremmo metterci? Il sole e le nuvole, certo, il fuoco e l’aria. Ma anche la terra e l’acqua, perché il mondo sia completo. Cominciamo dall’acqua: la metterei al centro e non in superficie, è un mondo rovesciato. Sceglierei del pesce freschissimo, va benissimo un nasello, e lo preparerei ispirandomi al baccalà mantecato veneziano o alla “brandade” provenzale. Bollito, poi passato al frullatore, montato con una frusta aggiungendo olio, pepe, sale e radice di zenzero macinata. Con questo impasto fate una pallina, che ricopriremo di altri 3 strati prima di racchiudere il tutto nella pasta di pane. Il secondo strato è il fuoco: preparerei un salsa decisamente insolita, anche se sono pronto a scommettere sulla sua bontà. Al frullatore passate pistacchi sgusciati (siciliani, greci di Egina o turchi, il resto sono imitazioni…) e polvere di cannella (insolito ma non troppo…), insieme a una salsa piccante a seconda dei gusti e della vostra capacità di “reggerla”, scegliendo tra senape, kren e wasabi. Poi impastate questo trito con del burro o del brodo finché non diventa manipolabile, una crema densa. Avvolgete con questa crema il nucleo di pesce mantecato, e passate allo strato successivo. Qui metteremo l’aria, le nuvole: riso basmati cotto a pilaf in uno spumante secco, con semi di sesamo nero e sommacco (è una spezia abbastanza rara ma non introvabile…). Per riuscire a farne uno strato attorno ai due già preparati, ovviamente, bisognerà legarlo con qualcosa che lo tenga insieme: va bene anche della colla di pesce se sapete trattarla, altrimenti lasciatelo riposare e preparate lo strato quando avrete già anche la materia per l’ultimo. Che è la terra: una caponata finissima di zucchine, pomodorini e olive nere impastata con un passato di patate rafforzato con mollica sciolta nel latte. Ora, se sarete riusciti a tenere insieme i quattro strati in una forma sferica, avvolgete il tutto con la pasta di pane e avrete il vostro mondo, virtuale e reale, immaginario e concreto. Non resta che metterlo a cuocere. Bisognerebbe friggerlo, per renderlo più interessante. Ma se pensate che fritto sia troppo pesante mettetelo in forno e controllate la pasta di pane come fareste con una pizza. Poi mettete i mondi che avrete creato sul piatto e provate ad assaggiarli lasciandovi andare a quella dolce violenza di sapori che a volte, a tavola, è l’essenza del piacere. Se qualcuno ci proverà davvero, spero che me lo racconti…
Amica virtuale..non più! Grazie ancora. Ti abbraccio. Claudia
Ha mai pensato di pubblicare queste sue fantasie culinarie? Avrebbe sicuramente un enorme successo … Complimenti!! Se mai un giorno dovesse scrivere un libro di ricette, mi manderebbe una mail per farmelo sapere? Grazie .. Olga