Lo sguardo di Ulisse

Arezzo Firenze Trieste Creta Peloponneso, 1998-2003
Stampe fotografiche, cybachrome da diapositive, stampe da elaborazioni digitali e stampe laser su carta o acetato da immagini digitali

Era la prima volta che faceva un vero viaggio. Prima si era mosso solo nei dintorni della sua città, o per passare qualche giorno dai parenti che vivevano nella capitale. Ora aveva accettato con altri di fare addirittura un viaggio all’estero. Poco prima della partenza fu preso dalle paure che chi non è abituato a viaggiare non riesce a trattenere, anche se sapeva che gli amici con cui si sarebbe mosso erano gente di mondo e conoscevano qualche lingua, lo avrebbero aiutato, protetto. Ma non ci fu nulla da fare, la notte prima di partire non chiuse quasi occhio e vide tutto quello che era ormai sicuro che sarebbe successo. Fu davvero difficile vincere la paura, quando gli amici passarono a prenderlo ebbe anche la tentazione di non andare più con loro tirando fuori una scusa che nella notte insonne aveva accuratamente elaborato, forse per essere sicuro di avere almeno una via d’uscita. Ma alla fine si lasciò trascinare, come un condannato che ormai ha accettato la sua sorte, e nei primi giorni di viaggio non riuscì nemmeno a guardarsi intorno, a godere della bellezza del paese che stavano attraversando. Poi, un giorno, si ritrovò su una rupe a picco sul mare. Non aveva mai visto un mare di quel colore così intenso, né un cielo così limpido. Non aveva mai pensato che l’orizzonte visibile fosse così ampio. Smise di colpo di provare paura e rimpiangere tutto quello che aveva lasciato. Della nostalgia della sua terra, che lo aveva aiutato a superare i timori più insensati, restò solo un soffio di vento. Dell’amore che non aveva voluto accompagnarlo restò solo la bellezza. Il suo sguardo si sentì libero di attraversare le distanze. Il suo corpo si sentì capace di volare. Fu allora che cominciò davvero il suo viaggio.

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